Fin dalla sua nascita, la Libreria Luxemburg promuove iniziative culturali e letterarie legate al mondo dei diritti omosessuali e più in generale GLBT. Uno scaffale intitolato Oscar Wilde & Co offre un’ampia scelta di narrativa, saggistica, libri d’arte e guide legati a tematiche omosessuali.
Ecco alcuni titoli GLBT tra i più amati dai librai e dai lettori della Luxemburg:
Stefano Moretti, Scappare fortissimo, Einaudi, 2011.

Scandaloso e irriverente, Scappare fortissimo è un esordio straordinario, un inno provocatorio alla passione e alla bellezza, un libro sul nostro mondo. La vita diurna e notturna di un uomo diviso tra le peripezie aziendali e l’amore per i ragazzi, un’esistenza fatta di crolli e riprese, ma sempre animata da una vitalità straripante, quasi feroce: un romanzo-grimaldello che pagina dopo pagina lavora a scardinare pregiudizi e ipocrisie, fino a lasciarci disarmati, completamente vulnerabili, esposti alla meraviglia e alla miseria del nostro essere umani.
Il 14 maggio 2017 il romanzo di Stefano Moretti è stato indicato come opera vincitrice della prima edizione del premio letterario Fuori!
Movimento di liberazione sessuale, il Fuori! nacque nel 1971 a Torino e fu uno storico mensile di rivoluzione sessuale, all’origine di tutte le battaglie per l’affermazione della parità dei diritti, e rivive oggi in un premio letterario presieduto da Angelo Pezzana, che del Fuori! è stato fondatore.
Vittorio Lingiardi, Citizen Gay, Il Saggiatore, 2016

Il Saggiatore
Un tempo erano discriminate per la loro «devianza», oggi perché rivendicano il diritto a una cittadinanza «normale» che comprenda matrimoni, famiglie, pensioni. Come mai le persone omosessuali, storicamente marchiate come peccatrici, invertite o malate mentali, chiedono di poter adottare quell’ordine familiare che tanto ha contribuito alla loro sfortuna? Dopo un faticoso cammino, anche in Italia, come in gran parte del mondo, le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono legge dello Stato. È un traguardo storico per la democrazia italiana, ma non è ancora il matrimonio egualitario. Soprattutto, non è una legge che riconosce diritto d’esistenza ai genitori gay e lesbiche e ai loro figli.
Per raccontare le omosessualità e la lunga marcia verso l’uguaglianza, Vittorio Lingiardi mette in dialogo psicoanalisi e biologia, psichiatria e scienze sociali, storia e giurisprudenza. Alla sua terza edizione, completamente aggiornata, Citizen gay è diventato un classico, che spiega la varietà degli orientamenti sessuali, gli inganni contenuti nella domanda «si nasce o si diventa?», le radici dell’omofobia – sociale e interiorizzata –, gli effetti psicologici del minority stress, i risultati delle ricerche scientifiche sulle famiglie omogenitoriali, la fine del pregiudizio psicoanalitico sull’omosessualità. Un libro per capire che ogni maggioranza è un insieme di minoranze, che la varietà è una ricchezza, che non c’è «natura» senza «cultura» e che la curiosità è meglio del sospetto.
Christopher Isherwood, Un uomo solo (1964), Adelphi, 2009

Un uomo solo, Adelphi
Già negli anni Trenta, quando scrisse Addio a Berlino, Christopher Isherwood sosteneva di voler trasformare il suo occhio di romanziere nell’obiettivo di una macchina fotografica. Ma per lungo tempo – attraverso libri molto diversi fra loro, e spesso segnati dai personaggi fittizi o reali che raccontavano – l’intenzione rimase una di quelle fantasticherie stilistiche che spesso gli scrittori inseguono per tutta la vita senza realizzarle mai. E invece nel suo ultimo romanzo – questo – Isherwood trasforma una giornata nella vita di George, un professore inglese non più giovane che vive in California, in un’asciutta, e proprio per questo struggente, sequenza di scatti. Non è una giornata particolare per George: solo altre ventiquattr’ore senza Jim, il suo compagno morto in un incidente. Ventiquattr’ore fra il sospetto dei vicini, la consolante vicinanza di Charlotte, la rabbia contro i libri letti per una vita ma ormai inutili, e il desiderio di un corpo giovane appena intravisto ma che forse è già troppo tardi per toccare. Quanto basta per comporre un ritratto che non si può dimenticare, e che alla sua uscita sorprese tutti, suonando troppo vero per non essere scandaloso.
Robert Beachy, Gay Berlin. L’invenzione tedesca dell’omosessualità, Bompiani, 2016

In un’indagine senza procedenti e senza censure, Robert Beachy svela come la sessualità disinibita, la sperimentazione sessuale e i progressi in campo medico nella Berlino di inizio Novecento siano stati decisivi per dare forma alla concezione moderna di orientamento sessuale e di identità gay. Capitolo dopo capitolo “Gay Berlin” getta luce su eventi e su personaggi troppo a lungo dimenticati e che continuano ancora oggi a influenzare il modo in cui pensiamo la sessualità: dallo scandalo che nel 1907 infiammò la corte dell’imperatore Guglielmo II fino di primi pionieristici interventi chirurgici di cambiamento di sesso; dall’impegno di Karl Heinrich Ulrichs, attivista tedesco descritto da molti come il primo uomo apertamente omosessuale, all’attività del dottor Magnus Hirschfeld, fondatore dell’Istituto per la ricerca sessuale, il primo a rivendicare (nel 1896) che il desiderio per lo stesso sesso è una caratteristica immutabile e biologicamente determinata. Un saggio sorprendente, destinato a diventare una pietra miliare nella riflessione sulla sessualità e a influenzare il dibattito contemporaneo sull’identità e i diritti degli omosessuali.